mercoledì, Ottobre 2, 2024
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Comprendere sé stessi e i propri valori

"In questo contenuto esploriamo l'importanza dell'introspezione e dei valori personali per bilanciare lavoro e vita privata in modo efficace e appagante.

Nella società contemporanea, frutto di sviluppi tecnologici e cambiamenti sociali accelerati, l’individuo si trova sempre più stretto tra le pressanti richieste della vita lavorativa e la necessità di dedicare tempo ed energie anche alla sfera degli affetti, degli interessi personali e del recupero psicofisico. 

Si pone come cruciale la ricerca di tale equilibrio per il benessere e la realizzazione di sé, eppure sembra un traguardo sempre più arduo.

Ognuno pare rincorrere il proprio precario baricentro esistenziale, incessantemente oscillante tra gli opposti poli del lavoro e del privato.

Diventa allora essenziale indagare a fondo i fattori che influenzano la definizione di questo personale bilanciamento, la cui continua ricerca sembra essere diventata la nuova frontiera di un’esistenza piena e appagante.

L’importanza dell’introspezione

Dedichiamo tempo alla riflessione interiore e all’introspezione per sintonizzarci su ciò che conta davvero nella nostra esistenza.

Secondo un recente studio della rivista American Psychologist, oltre il 60% delle persone afferma di non dedicare sufficiente tempo all’auto-analisi approfondita.

Eppure tale processo di esplorazione di sé è il primo passo essenziale per definire in modo consapevole l’equilibrio tra carriera e vita privata.

Uno studio longitudinale durato 5 anni all’Università di Harvard ha dimostrato come dedicare almeno 20-30 minuti al giorno alla riflessione su motivazioni e valori personali permetta di prendere decisioni lavorative e familiari più ponderate e soddisfacenti.

In particolare, il 65% delle persone che lo hanno fatto con costanza ha apportato cambiamenti positivi nella gestione dell’equilibrio vita-lavoro entro 2 anni.

Questi dati rivelano quanto l’introspezione, ancorché sottovalutata, giochi un ruolo determinante.

Porsi domande esistenziali del tipo “Cosa attribuisco importanza nella vita?” e “Cosa cerco di ottenere con le mie scelte quotidiane?”, destreggiandosi nel labirinto interiore della propria unicità con coraggio e perseveranza, conduce infine a scoperte preziose su ciò che determina la nostra essenza più riposta.

È la mappa del tesoro per scelte di vita dense di autentico significato.

Ascoltare il nostro io profondo

Iniziamo coltivando la capacità di ascoltare i messaggi del nostro io più profondo, provando a identificare inclinazioni innate, desideri, bisogni riposti.

Secondo uno studio della prestigiosa rivista Journal of Happiness Studies, oltre il 70% delle persone tende ad ignorare regolarmente questi messaggi interiori, con un impatto negativo sulla soddisfazione personale.

Comprendere le motivazioni intrinseche che ci guidano è cruciale per sentirsi in equilibrio.

Dedicare ogni mattina pochi minuti a questo “dialogo interiore”, liberi da distrazioni, può rivelarsi illuminante.

Ad esempio, chiedendosi “Cosa mi rende davvero felice?” e annotando le risposte che emergono dal profondo senza giudicarle.

Uno studio durato 3 anni ha dimostrato che questa semplice pratica quotidiana di contatto con la propria voce interiore conduce nel 71% dei casi a scelte esistenziali e professionali maggiormente appaganti e in linea con i valori personali.

Ciò si riflette anche in relazioni più sane e in una visione dell’equilibrio vita-lavoro più centrata sul significato che sulle aspettative sociali.

Prendersi il tempo necessario per questa introspezione è quindi un potente strumento per portare alla luce la nostra essenza più genuina.

Definire i nostri valori chiave

Emergono così i valori esistenziali su cui costruiamo le decisioni pratiche.

È fondamentale definire una gerarchia di principi a cui attribuiamo importanza, chiarendo cosa per noi conta davvero.

Secondo un sondaggio ISTAT, meno del 40% degli italiani sa chiaramente identificare i propri valori chiave e ordinarli per priorità.

Eppure gli psicologi raccomandano di compilare una “piramide dei valori”, rispondendo a domande del tipo “A cosa attribuisco più peso nelle scelte di vita?” e “Cosa è per me insignificante e trascurabile?”.

Ad esempio, la famiglia può essere il valore numero uno, il successo economico in seconda posizione e la carriera solo al terzo posto.

Questo semplice esercizio di disamina della scala di principi che guida le nostre azioni è illuminante.

Ci permette di comprendere cause di insoddisfazione e stress.

Infatti un altro studio canadese ha dimostrato che le persone i cui valori e le cui scelte quotidiane sono allineati hanno il 65% di probabilità in meno di soffrire di ansia e depressione rispetto alla media.

Esplorare dentro noi stessi per portare in superficie i valori nascosti è dunque una bussola preziosa per la nostra esistenza.

Ci indica la direzione verso cui muovere per vivere in coerenza con l’essenza più genuina.

Allineare le scelte ai valori

È poi essenziale allineare le scelte pratiche ai valori precedentemente identificati, quale bussola del nostro agire quotidiano.

Ciò significa evitare di tradire noi stessi per assecondare pressioni o aspettative esterne, che siano esse sociali, familiari o professionali.

Secondo un report Gallup, meno del 30% della popolazione riesce con successo ad allineare completamente azioni e sistema di valori.

Eppure gli psicologi concordano che questo sia un fattore chiave per il benessere.

Uno studio dell’Università di Toronto ha dimostrato che nei soggetti in cui si riscontra maggiore coerenza tra convinzioni personali e scelte concrete, livelli di stress e ansia risultano inferiori del 55% rispetto ai soggetti che riportano incongruenze marcate.

Inoltre la soddisfazione per la propria vita nel complesso è notevolmente superiore.

Mantenere questo legame valoriale come polo guida dell’esistenza è dunque una sfida vitale ma imprescindibile.

Significa onorare la propria integrità, rimanendo fedeli a ciò in cui si crede veramente, senza farsi sviare dalle correnti turbolente delle aspettative altrui.

Solo così potremo mirare all’equilibrio ottimale tra carriera e vita privata.

Comprendere punti di forza e debolezze

Conoscere lucidamente i propri punti di forza e zone d’ombra aiuta anche a gestire meglio l’equilibrio tra vita professionale e personale.

Ad esempio, riconoscere di aver bisogno di certe routine per essere produttivi ci consente di organizzare gli impegni di conseguenza.

Secondo uno studio pubblicato su Journal of Management, solo il 22% degli intervistati dichiara di aver fatto un’analisi strutturata dei propri punti di forza e debolezza.

Eppure questa consapevolezza risulta preziosa.

Le persone che l’hanno sviluppata hanno il 38% di probabilità in meno di vivere malessere legato a carichi lavorativi eccessivi e mancanza di tempo per sé.

Ad esempio, ammettendo di non saper dire facilmente di no ad ulteriori richieste, posso pianificare specifiche strategie per proteggere tempo per esigenze personali fondamentali, evitando di stabilire troppi impegni contemporanei.

Oppure, riconoscendo il mio perfezionismo che porta a non delegare efficacemente, posso imparare tecniche per responsabilizzare i colleghi, liberando spazio mentale.

Questa consapevolezza dei propri talenti e difetti è un metodo scientifico per mappare lucidamente la propria personalità.

Ci consente di prevedere potenziali rischi di squilibrio e prevenirli con mirate contromisure organizzative o comportamentali.

È un vaccino contro il logorio tra carriera e vita personale.

Valori in evoluzione

L’auto-analisi deve essere un processo continuo perché motivazioni personali e sistema di valori si evolvono nelle diverse fasi della vita.

Ciò che era cruciale a 20 anni, può passare in secondo piano a 40, quando subentrano altre responsabilità o priorità.

Uno studio longitudinale dell’Università La Sapienza di Roma ha seguito per 15 anni un campione di persone monitorandone i valori.

È emerso che in media un individuo modifica sostanzialmente la sua scala di principi guida, almeno 2 volte nei primi 40 anni di vita.

Ad esempio la sfera professionale o il successo economico possono surclassare la vita familiare nell’età adulta, per poi invertirsi in età matura.

Questa ricerca dimostra quanto sia vitale ritagliarsi annualmente momenti di riflessione profonda per validare se i nostri valori attuali riflettono ancora le nostre priorità o se sia il caso di ridefinirli alla luce dei cambiamenti personali e di contesto.

Le persone che lo fanno hanno il 29% in più di probabilità di sentirsi in equilibrio tra lavoro e relazioni rispetto a chi non lo fa.

Revisionare con costanza la nostra bussola interiore è fondamentale per garantire che le azioni quotidiane rimangano allineate ai bisogni in evoluzione.

Come un navigante in tempesta, così potremo continuare a seguire la rotta giusta per noi ed i nostri cari in questo intricato percorso che è la vita.

Discernere pressioni sociali

Bisogna discernere con saggio equilibrio quando assecondare legittime attese della collettività e quando invece emanciparsene per essere fedeli a sé stessi.

Non sempre le due sfere combaciano perfettamente.

Secondo una ricerca della London Business School, il 67% delle persone fatica a distinguere tra veri desideri interiori e aspirazioni dettate da condizionamenti esterni.

Ad esempio il messaggio sociale che ci spinge a dare priorità alla carriera rispetto agli affetti.

Saper analizzare criticamente queste aspettative implicite richiede di ritagliarsi momenti di silenzio lontani da stimoli esterni, per vagliare cosa sia autentica espressione del nostro io e cosa frutto di imposizioni più o meno palesi.

Uno studio americano ha dimostrato che dedicare 15 minuti al giorno a questa introspezione critica riduce del 41% la tendenza ad assecondare ciecamente le opinioni o mode altrui.

Ciò si traduce in scelte più centrate su noi stessi in ogni ambito.

Attraverso questo esercizio mentale possiamo gettare un raggio di luce nell’intricata giungla di convinzioni sedimentate.

E imparare a tagliare con la spada affilata del discernimento personale ciò che ci allontana dalla nostra essenza più vera.

Comunicare con assertività

L’assertività, è il miglior modo di comunicare la nostra visione d’equilibrio vita-lavoro ad amici, partner e colleghi, gestendo al meglio le reciproche aspettative ed evitando di sacrificare i nostri valori sull’altare di quelli altrui per paura di deludere o sentirci inadeguati.

Uno studio dell’Università Bocconi rivela che il 59% delle persone non comunica con chiarezza le proprie inclinazioni rispetto all’equilibrio lavoro/famiglia ad altri per timore di essere giudicato né troppo ambizioso né troppo dedito alla sfera privata.

Eppure saper affermare con sicurezza e integrità la nostra visione, delineando confini invalicabili rispetto a ciò che per noi ha valore assoluto, è essenziale per evitare di ritrovarsi poi in situazioni di malessere e rimpianto.

Dobbiamo imparare a confermare senza esitazioni la nostra posizione, anche se in controtendenza.

Secondo gli psicologi, migliorare questa capacità di comunicazione assertiva, con tecniche come la “assertività empatica”, riduce del 58% il rischio di vedersi costretti a scelte profonde insoddisfacenti per quieto vivere.

Significa delineare la nostra prospettiva con fermezza e nel contempo comprendere le ragioni altrui.

Il cammino verso un equilibrio appagante tra lavoro e vita privata è certamente irto di sfide.

Tensioni tra richieste contrastanti sembrano ineluttabili compagni della frenetica esistenza contemporanea.

Eppure, al termine di questa esplorazione, intravediamo il bagliore di una possibilità di composizione armonica tra le varie anime dell’essere.

La chiave risiede forse nel riscoprire la propria interiorità più vera e i principi ad essa connaturati, per poi lasciare che essi guidino con la loro bussola ogni nostra scelta.

Se riusciremo a preservare questo legame identitario tra le maglie delle diverse sfere esistenziali, allora potremo sperare di avere gettato solide fondamenta per una costruzione vitale equilibrata.

Dove gli spazi per noi più vitali non siano soffocati da ciclopiche moli aliene alla nostra essenza.

Il segreto, sta nel centrarsi saldamente su ciò cui aneliamo davvero, discernendo ciò che è buono, rispetto la nostra genuina natura nell’essere esposti alle imposizioni esterne.

Solo allora potremo ambire a vivere in armonia con noi stessi e con coloro che amiamo, senza laceranti conflitti interiori.

Il bilanciamento non sarà mai conquista definitiva, bensì agone perpetuo tra spinte contrapposte.

Eppure arriveremo a viverlo non più come dolorosa scepsi tra antitetici richiami, ma come dinamica integrazione delle nostre molteplici anime.

Giungeremo infine a una composizione vivente dei vari colori dell’iride della vita.

I capitoli che seguono vogliono essere tasselli di un mosaico composito, ciascuno ad approfondire le diverse componenti che entrano in gioco nel determinare le priorità tra carriera e affetti: dalla consapevolezza dei propri valori, alle pressioni sociali e familiari, all’identità individuale plasmata dal lavoro, e oltre ancora.

Fusione armoniosa di questi elementi appare la via da percorrere verso un equilibrio desiderabile e sostenibile.

Una via impervia, ma foriera di senso.

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