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Ho in mente un tema di centrale importanza per tutti i manager e imprenditori, a proposito della pratica del Outsourcing, di cui voglio parlare in questo contenuto. Ovvero: Quali sono le diverse tipologie e i modelli di outsourcing tra cui scegliere?
Vedremo come, al di là della classificazione basata sui processi coinvolti, esistono molteplici opzioni in termini di ampiezza, localizzazione geografica e modalità operative dell’outsourcing. Conoscere queste alternative è fondamentale per valutare la soluzione più adatta alla propria realtà aziendale.
Iniziamo con una prima distinzione: outsourcing totale vs parziale.
Nel primo caso si affida completamente all’esterno la gestione di un intero processo, nel secondo solo alcune attività specifiche. L’outsourcing parziale consente un controllo più capillare, mentre quello totale permette economie di scala maggiori.
Altra dimensione chiave è la localizzazione geografica del fornitore.
Abbiamo soluzioni:
– On-shore: provider nella stessa nazione
– Near-shore: in paesi limitrofi o stesso continente
– Off-shore: in aree remote, spesso emergenti
Off-shore e near-shore offrono vantaggi di costo, on-shore di prossimità culturale e operativa. La scelta dipende da fattori quali criticità del processo, sensibilità dei dati, necessità di interazione.
Passiamo ora alle principali modalità operative:
– Project based: affidamento di uno specifico progetto
– Managed services: gestione continuativa di servizi ben definiti
– BPO-Business Process Outsourcing: esternalizzazione dell’intero processo con obiettivi di output
Il BPO rappresenta la forma più spinta, adatta per processi maturi e standardizzabili.
Il project-based è indicato per esigenze una tantum, i managed services bilanciano personalizzazione e continuità.
Infine, stanno emergendo configurazioni ibride e a rete basate su cloud computing e piattaforme condivise. Queste abilitano modelli di collaborazione evoluti, con servizi facilmente accessibili e scalabili on-demand. Una frontiera promettente per l’outsourcing flessibile del futuro.
Ma come scegliere il modello più adatto? Ecco alcuni suggerimenti pratici:
- Definisci obiettivi chiari: cosa vuoi ottenere dall’outsourcing? Risparmio, flessibilità, competenze? Sulla base di questo potrai scremare le opzioni.
- Valuta la rilevanza strategica del processo: per attività core privilegia soluzioni parziali o managed services, per quelle non critiche puoi optare per un BPO spinto.
- Considera i vincoli: la scelta di on-shore, near-shore oppure off-shore, dipenderà da fattori quali prossimità richiesta, disponibilità di fornitori, necessità di interazione real-time.
- Scegli provider con esperienza nelle diverse modalità, in grado di garantire il miglior rapporto qualità prezzo per i tuoi obiettivi.
E tu, hai già valutato le diverse tipologie di outsourcing per la tua azienda?
Condividi la tua esperienza nei commenti! E se vuoi scoprire case study su come grandi aziende hanno impostato il loro modello di outsourcing, iscriviti al canale, il prossimo video approfondirà proprio questo tema.
In questo video abbiamo visto come l’outsourcing non sia una scelta univoca, ma presenti molteplici configurazioni alternative. Valutare attentamente ampiezza, localizzazione e modalità operative è il primo passo per impostare strategie di esternalizzazione coerenti ed efficaci.
Nei prossimi capitoli affronteremo altre dimensioni chiave, dallo scenario globale agli aspetti contrattuali. Continuate a seguirci per costruire una visione a 360 gradi sull’outsourcing come leva di competitività!
E ricordate, citando il nostro motto: “Agisci per dare valore ad ogni giorno”. Analizzate il vostro contesto, individuate le soluzioni di outsourcing più adeguate e mettetele in campo con determinazione.
Solo così darete slancio al vostro business e al vostro percorso di crescita manageriale!
A presto!!