mercoledì, Ottobre 2, 2024
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Innovazione Sostenibile: Il Ruolo dell’Economia Circolare a Livello Mondiale – INTRODUZIONE 

In questo contenuto, scopri l'importanza cruciale dell'economia circolare nel guidare il mondo verso la sostenibilità e l'innovazione responsabile.

L’economia globale si trova a un punto di svolta critico.

Le crescenti preoccupazioni per la sostenibilità ambientale e le limitate risorse del pianeta richiedono un cambio di paradigma verso modelli economici che promuovano efficienza, equità e protezione della natura.

In questo contesto, il concetto di economia circolare sta emergendo come approccio promettente per guidare la transizione verso la sostenibilità.

Definizione di economia circolare

L’economia circolare rappresenta un modello economico alternativo che mira a sostituire il tradizionale modello lineare estrattivo di “prendere, produrre, consumare, gettare”, dominante dall’era industriale.

Questo paradigma lineare si basa su enormi volumi di materiali ed energia a basso costo, ma è chiaramente non sostenibile in un mondo dalle risorse limitate. 

Al contrario, un’economia circolare promuove con forza la conservazione del più alto valore possibile per i prodotti, i componenti e i materiali il più a lungo possibile.

Mira ad eliminare il concetto stesso di rifiuto e scarto, introducendo cicli chiusi di riutilizzo, riparazione, rigenerazione e riciclaggio delle risorse all’interno del sistema economico. 

Secondo le stime della Fondazione Ellen MacArthur, questa transizione verso la circolarità in settori chiave potrebbe generare un risparmio netto di materiali pari a 1 trilione di dollari entro il 2025.

Allo stesso tempo, l’economia circolare potrebbe ridurre le emissioni industriali di carbonio del 45% e creare milioni di nuovi posti di lavoro sostenibili. 

Tramite continui cicli di riuso, riparazione e ricondizionamento, i prodotti mantengono vita e valore molto più a lungo.

Anche gli imballaggi e gli scarti di produzione vengono reimmessi nel sistema come nuove risorse.

In questo modo, l’economia circolare rigenera, piuttosto che esaurire, capitale naturale come acqua pulita, aria fresca, e terreni fertili.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione industriale guidata da innovazione e collaborazione.

Diffusione ed adozione globale

L’economia circolare sta rapidamente guadagnando trazione a livello internazionale, come dimostra la crescente adozione dei suoi principi in politiche, investimenti e pratiche aziendali. 

Secondo il Circularity Gap Report del 2022, l’economia globale è attualmente solo l’otto virgola sei percento di tipo  circolare: questo indica un enorme potenziale di crescita.

Entro il 2032 si prevede che l’economia circolare genererà oltre 4,5 trilioni di dollari di benefici economici, pari al 5% del PIL mondiale previsto. 

Paesi leader come la Germania, i Paesi Bassi, la Cina e il Giappone hanno tutti adottato ambiziose strategie nazionali per la transizione all’economia circolare, investendo miliardi in innovazione, infrastrutture e competenze. 

Anche l’intero continente europeo punta ad essere climate neutral e completamente circolare entro il 2050.

Si stima che questa transizione potrebbe creare 700.000 nuovi posti di lavoro verdi nella sola Unione Europea nei prossimi cinque anni. 

Multinazionali come Unilever, IKEA e Renault stanno ridisegnando modelli di business e operazioni per incorporare pratiche circolari quali eco-design, riciclo avanzato e modelli di utilizzo dei prodotti tramite noleggio o pay per use anziché acquisto.

La digitalizzazione e tecnologie esponenziali quali AI e blockchain contribuiranno ad accelerare ulteriormente questa diffusione.

Origini e sviluppi recenti

L’economia circolare affonda le proprie radici nel pensiero sistemico e nella visione di insieme di filosofie antiche e culture native che enfatizzavano il rispetto per la natura.

I principi del riutilizzo, della conservazione delle risorse e della eliminazione degli sprechi sono concetti che evolvono nel corso dei secoli. 

Tuttavia, è soprattutto negli ultimi 50 anni che la necessità di un approccio economico alternativo e sostenibile è emersa con urgenza. 

La crescente frequenza di fenomeni ambientali estremi, l’esaurimento di risorse chiave come terre coltivabili e acqua dolce, ed eventi altamente simbolici come la Grande Chiazza di Rifiuti nel Pacifico hanno ulteriormente aumentato l’attenzione globale verso la necessità impellente di un cambio di paradigma. 

Di fronte all’evidenza della crisi ecologica globale, l’economia circolare (insieme alla blue economy) è emersa come uno dei modelli economici alternativi più convincenti e attuabili per rigenerare il capitale naturale del pianeta.

Fondamenti teorici

I fondamenti concettuali dell’economia circolare poggiano su alcuni principi cardine, sviluppati da accademici e pensatori sistemici nel corso degli ultimi decenni. 

Uno dei capisaldi è la eliminazione completa dei rifiuti e dell’inquinamento, ripensando completamente i flussi industriali in modo che gli scarti di un processo diventino input per un altro. 

Un altro cardine fondamentale è la progettazione di prodotti, componenti e materiali in modo che possano essere continuamente riusati, riciclati o compostati biologicamente in cicli sicuri e di alta qualità.

Qui il focus è sulla eco-progettazione e la valorizzazione delle risorse. 

Infine, l’economia circolare mira a rigenerare e preservare il capitale naturale tramite un approccio sistemico, sviluppando energie e materiali rinnovabili, ed eliminando l’uso di sostanze chimiche tossiche e dannose per gli ecosistemi. 

Questa combinazione di principi e pratiche sistemiche è ciò che contraddistingue l’economia circolare da un semplice riciclo di fine vita e la rende una vera alternativa al modello lineare di produzione e consumo.

Impatto ambientale

Il trattato sottolinea con forza il ruolo centrale che l’economia circolare può giocare nell’affrontare l’attuale crisi ecologica globale, contribuendo ad invertire trend estremamente preoccupanti quali il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e il degrado di suolo ed oceani. 

Secondo il Climate Change Committee, una efficace implementazione di modelli di business circolari in quattro settori chiave potrebbe portare ad una riduzione delle emissioni del Regno Unito pari a 50 tonnellate di CO2 entro il 2035.

Ciò equivale al 13% delle emissioni totali del paese. 

Anche per quanto riguarda gli impatti sulla biodiversità, si stima che un’economia pienamente circolare potrebbe ridurre la percentuale di specie minacciate di estinzione fino al 20%.

Questo grazie alla rigenerazione di ecosistemi terrestri e marini dovuta ad una drastica diminuzione di rifiuti, emissioni tossiche e sfruttamento incontrollato delle risorse. 

Adottando nuovi modelli di produzione e consumo rigenerativi e a ciclo chiuso, l’economia circolare può rivestire un ruolo centrale per riportare l’attività antropica entro i limiti ecologici del pianeta.

Benefici economici e sociali

Oltre agli evidenti benefici ambientali, la transizione verso un modello economico circolare porterebbe anche a sostanziali vantaggi economici e sociali a livello globale. 

Secondo un rapporto del World Economic Forum e Accenture Strategy, una piena implementazione dei principi dell’economia circolare potrebbe generare entro il 2030 un valore economico aggiuntivo pari a 4,5 trilioni di dollari, con la creazione di oltre 50 milioni di nuovi posti di lavoro utili e sostenibili, soprattutto in Paesi in via di sviluppo. 

Già oggi, le aziende che hanno incorporato modelli di business circolari stanno ottenendo ritorni degli investimenti superiori al 300% grazie alla valorizzazione di scarti e al prolungamento del ciclo di vita dei prodotti.

Inoltre, l’economia circolare stimola l’innovazione, la creatività imprenditoriale e la ricerca in campi all’avanguardia come la biomimetica, la digitalizzazione, e l’Internet delle Cose. 

Infine, il passaggio ad un modello economico rigenerativo può portare benefici sociali quali una maggiore inclusione, accessibilità e uguaglianza, oltre che rafforzare il senso di identità delle comunità locali.

Implicazioni globali e collaborazioni

Il trattato sottolinea le immense implicazioni che l’adozione di modelli economici circolari avrebbe a livello globale, influenzando positivamente aspetti quali gli scambi commerciali, la competitività industriale, gli equilibri geopolitici e la cooperazione internazionale. 

Già oggi l’economia circolare sta entrando nell’agenda del G7 e G20, configurandosi sempre più come una potenziale “quarta rivoluzione industriale”.

La Commissione Europea stima che una transizione completa potrebbe far crescere il PIL dell’Unione Europea di un ulteriore 7% entro il 2030. 

Tuttavia, affinché questa potenziale crescita sostenibile ed inclusiva si realizzi, saranno necessari enormi sforzi collaborativi tra attori pubblici e privati, aziende e start-up, organizzazioni no-profit e istituzioni finanziarie. 

Queste alleanze multi-stakeholder saranno fondamentali per superare barriere tecnologiche, finanziarie e culturali, oltre che per diffondere esperienze di successo e know-how.

Partenariati innovativi come la Piattaforma Europea sull’Economia Circolare stanno già catalizzando questa collaborazione sistemica.

Politiche, innovazione e applicazioni

Il trattato analizza approfonditamente sia il ruolo cruciale che le politiche pubbliche possono giocare nel catalizzare la transizione all’economia circolare, che le infinite possibilità applicative offerte dall’innovazione tecnologica. 

A livello di politiche e normative, gli strumenti disponibili ai decisori sono molteplici: dalla leva fiscale agli incentivi economici, dagli investimenti in Ricerca & Sviluppo sino a requisiti vincolanti di eco-design e riciclabilità.

L’Unione Europea stima che ogni punto percentuale di tassazione sulle risorse vergini porterebbe ad un aumento del PIL fino allo 0,6%. 

Parallelamente, tecnologie come l’Internet delle Cose, modelli virtuali di sistemi fisici, blockchain e intelligenza artificiale abiliteranno enormi salti in efficienza, tracciabilità e collaborazione lungo le catene del valore.

Già nel solo settore tessile si prevedono risparmi potenziali dell’acqua superiori al 50%. 

In altre parole, il trattato delinea le promettenti applicazioni dell’economia circolare in ambiti quali la mobilità elettrica, l’agrifood-tech, la logistica inversa, il retail rigenerativo e l’upcycling nell’industria della moda e arredamento. 

Questo trattato fornisce una visione da un punto di vista complessivo, di come l’economia circolare stia emergendo come nuovo paradigma economico con impatti di vasta portata.

La transizione verso la circolarità è ricca di sfide ma ancor più di opportunità per generare prosperità condivisa e tutelare il pianeta per le generazioni future.

L’innovazione sostenibile non è più una scelta, ma una necessità.

Ed è su queste basi che l’economia circolare può essere una forza trainante per la costruzione di un futuro equo e sostenibile.

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